Villa neo-classica, anche se il luogo ove essa sorge è già menzionato nel Cinquecento da Paolo Giovio nella sua “Descriptio“.
Un edificio, già chiamato “Sucota“, apparteneva ai conti Volpi nel 1615. Col trascorrere degli anni la costruzione subì diverse trasformazioni, forse ad opera dei marchese Emilio Canarisi.
L’abate Configliacchi, scienziato e seguace di Alessandro Volta, inventore della pila nonché lo scopritore del metano ne risulta possessore già nel 1818.
Nel 18,46 la “Sucota” fu acquistata dai triestini signori Brambilia, che abbellirono l’edificio anche ampliandolo.
Per vari decenni la villa è stata proprietà di casa Parodi Delfino e oggi è la sede delle seterie che fanno capo al Cavaliere dei lavoro Antonio Ratti, strettamente imparentato con quest’ultima famiglia.